Nel 2017, la Cassazione , si era discostata dal criterio del tenore di vita in costanza di matrimonio, per quantificare l’assegno divorzile, allontanandosi da un orientamento sostenuto per trenta anni. Fu proprio questa sentenza a portare alla ribalta la nota vicenda familiare dell’ex Presidente del Consiglio. Agli inizi di Aprile 2018 però, la Cassazione a Sezione Unite, supremo e più autorevole organo del nostro ordinamento, è tornata sul tema della quantificazione dell’assegno divorzile, attraverso una pubblica udienza, riaprendo anche la vicenda tra Berlusconi e Lario.

La fattispecie
In questa vicenda, era stata impugnata una sentenza della Corte di Appello di Bologna che aveva negato il diritto all’assegno all’ex moglie in quanto disponeva di mezzi adeguati per il proprio sostentamento richiamando proprio il nuovo corso della prima sezione civile. Il caso era particolare: un matrimonio celebrato nel 1978 durato 27 anni dove i due coniugi avevano svolto le loro rispettive attività professionali fino a conseguire un patrimonio che, al momento della separazione, ammontava a circa 7 milioni di euro e che venne diviso tra i due coniugi in parti sostanzialmente uguali. All’esito del primo grado di giudizio la signora ottenne dal Tribunale di Reggio Emilia un assegno di circa 4.000 euro mensili che, però, la Corte di appello ritenne non più dovuti con conseguente diritto dell’ex marito a ottenere la restituzione di quanto versato in forza della sentenza di primo grado.

Ciò che ha affermato la Procura Generale durante l’udienza
Per la Procura Generale il principio affermato dalla prima sezione della Cassazione con la nota sentenza 11504 del 2017 potrebbe essere pure, in astratto, condivisibile nella parte in cui ritiene che l’autosufficienza sia uno dei parametri da esaminare, ma, al contempo, l’applicazione di un principio rigido rischia di ingabbiare i casi concreti e, per evitarlo, occorre sempre guardare al caso concreto

Conclusioni
Le Sezioni Unite devono ancora pronunciarsi sul tema, ma, dopo che il repentino cambio di giurisprudenza ha così influenzato le vicende di moltissimi soggetti divorziati, anche pronuncia in oggetto è certamente molto attesa, dal momento che, in base a questa l’assegno divorzile varierà in modo sensibile.

Non ci resta che attendere il ragionamento e le motivazioni delle Sezioni Unite, così da dirimere definitivamente la controversia in ordine ai criteri da seguire per la quantificazione dell’assegno divorzile, visto che, dopo la pronuncia della Cassazione del 2017 – citata più sopra – su un tema così delicato, non vi è chiarezza.