Secondo la Corte di Cassazione, in caso di responsabilità di un medico per omessa diagnosi di una malattia terminale, non sussiste solo il diritto al risarcimento per i danni all’integrità fisica o alle perdute chance di guarigione ma anche il diritto al risarcimento per la lesione del diritto alla autodeterminazione del paziente che, nel caso, non ha potuto “programmare il suo essere persona” e quindi non ha potuto liberamente scegliere come gestire e programmare la propria vita “residua” sino alla morte.

Cassazione Civile, sez. III, 12 ottobre 2021